Anno X N. 1/2 Gennaio - Aprile 1988
Raffaele Macina

Intorno alle origini di Modugno, oltre che al significato del suo stesso nome, non sono mancate delle ipotesi interpretative che, come spesso è accaduto nella storia locale, discendono non tanto da una effettiva ricerca documentaria quanto da libere ed arbitrarie supposizioni, alle quali, peraltro, una certa tradizione orale ha assicurato vasta eco. In tal senso, un prima ipotesi vorrebbe Modugno fondata addirittura nel VI sec. a.C. da greci provenienti dalla città di Medon della Macedonia o dalla città di Modon della Messenia. Una seconda ipotesi, pur non precisando il secolo, vedrebbe anch’essa la città fondata dai greci che qui avrebbero costruito un luogo forti­ ficato, il castello della «Motta», dal quale sarebbe dapprima derivato il nome Mottugno e poi quello di Modugno. In realtà, il primo documento nel quale viene menzionata Modugno risale al maggio del 1021, anno in cui venne stipulato un regolare contratto su un prestito di 8 soldi che obbligava il debitore a dare in pegno al suo creditore una vigna sita «in.., loco Medunio».
La collocazione delle origini di Modugno nel secolo XI ha il pregio, peraltro, di accordarsi con le più significative testimonianze architettoniche ancora presenti nel suo territorio: al secolo XI risalirebbero il complesso di S. Maria di Modugno e il santuario della Madonna della Grotta; lo stesso casale fortificato di Balsignano, oggi abbandonato ad un inarrestabile degrado, si sarebbe sviluppato fra il X e LXI secolo. In tale prospettiva, il nome Meduneum deriverebbe da «in medio», in quanto il nuovo nucleo abitativo sorse quasi a metà strada fra Bari e Bitonto, due città già importanti nel secolo XI, oltre che antagoniste fra di loro, alle quali la prima popolazione modugnese dovette di volta in volta rapportarsi con prudenza ed equilibrio per conquistarsi la sua autonomia. In armonia con le sue origini, Modugno ha come simbolo il «cardo selvatico», pianta che esprimerebbe lo spirito di indipendenza (nelle sue vicinanze non crescono altre erbe) e la capacità di risollevarsi da situazioni difficili (il cardo rispunta agevolmente dopo che i campi siano stati arsi o distrutti). In effetti, Modugno si è sempre sforzata di mantenere lo stato di «città regia», grazie al quale poteva godere di maggiore autonomia, e per ben due volte, nel 1582 e nel 1734, si riscattò dal servaggio feudale, pagando rispettivamente ad un certo Ansaldo Grimaldi di Genova, che l’aveva acquistata, la somma di 40.000 ducati e al re Carlo III di Borbone, che l’aveva nuovamente messa in vendita, 18.000 ducati. Un momento assai significativo della sua storia è quella che va dal 1465 al 1557, quando Modugno, con Bari e Palo del Colle, dapprima fu alle dipendenze del dinamico ducato di Milano degli Sforza e in seguito, a partire dal 1499, fu governata da Isabella d ’Aragona e dalla figlia Bona Sforza. In tale periodo si stabilirono nella città diverse famiglie milanesi, vicentine e veneziane, i cui membri divennero animatori di intense attività commerciali. I fatti storici più rilevanti, ancora oggi ben presenti nella memoria popolare, si riferiscono agli eventi del 1799, quando Modugno aderì alla Repubblica Partenopea, subendo per questo le minacce dei gruppi sanfedisti che tentarono di assalirla il 10 e il 21 marzo