Anno XXXIX N. 166 Novembre 2017
Serafino Corriero

Riguardando i miei appunti per redigere una mini-guida aggiornata al casale di Balsignano (che pubblicheremo prossimamente a benefìcio di quanti volessero visitare il sito con qualche informazione in più), mi sono imbattuto in un articolo di «Nuovi Orientamenti» pubblicato sulla rivista nel novembre 1995 (n. 76, pp. 8-9). Esso, redatto da Raffaele Macina, contiene il resoconto dell’incontro, avvenuto il 6 ottobre di quell’anno presso il Castello Svevo di Bari, tra l’on. Nicola Magrone, deputato eletto al Parlamento per il nostro collegio nella lista elettorale de “L’Ulivo”, il Sindaco di Modugno dell’epoca, ing. Franco Vaccarelli, il prof. Raffaele Macina, direttore di “Nuovi Orientamenti”, e il dott. Roberto Di Paola, allora Soprintendente per i Beni Ambientali e Architettonici della Puglia.
L’incontro era stato richiesto dall’on. Magrone a seguito di una interrogazione parlamentare da lui stesso presentata l’anno prima al Ministro dei Beni Culturali, riguardante l’acquisizione da parte dello Stato del complesso di Balsignano, allora di proprietà privata, e il conseguente progetto di restauro.
Grazie a questa interrogazione, presentata dopo che era stata ricostruita pezzo per pezzo presso il Ministero la pratica su Balsignano, andata nel frattempo incredibilmente perduta, si arrivò ad una nuova perizia di stima del bene, che ne avrebbe consentito l’acquisto da parte della Soprintendenza di Bari. In realtà, la pratica non ebbe poi alcun seguito, e l’acquisto di Balsignano fu effettuato da parte del Comune di Modugno nell’aprile del 2000, per 350 milioni di lire, con sindaco l’ing. Franco Bonasia.
Ebbene, in quell’articolo, a seguito dell’esito positivo di quell’incontro col Soprintendente dott. Di Paola, si riferiva anche di uno scambio di opinioni tra l’on. Magrone e il prof. Macina sulla necessità che si cominciasse già da allora a pensare ad un progetto di fruizione e di valorizzazione di Balsignano. Riporto dunque, così come le riferisce il prof. Macina nel suo articolo, le parole testualmente pronunciate allora sull’argomento dall’on. Magrone, oggi Sindaco di Modugno e, come tale, proprietario e custode del sito:
«Questo è un problema che deve essere affrontato da tutti, e tutti devono essere chiamati a dare il loro contributo perché Balsignano possa avere un futuro. E da evitare che il destino di Balsignano sia deciso esclusivamente nel chiuso di uffici comunali da assessori e addetti al Palazzo. Anzi, se noi lasciamo l’elaborazione di un progetto di destinazione e di uso di Balsignano all’organo burocratico o all’organo assessorile individuale, è meglio che ci fermiamo qui e lasciamo il tutto nelle mani del proprietario. Il Comune deve impegnarsi in altro: programmare ed assicurare il riuso di Balsignano, divenire sin da oggi il protagonista di questa vicenda. In questo senso, ho già dato a Vaccarelli gli indirizzi giusti dei Ministeri perché il Comune scriva e faccia sentire l’esigenza della città di pervenire quanto prima alla soluzione. Spetterà invece a tutta la città, a quanti si sono già impegnati e vorranno impegnarsi, il compito di elaborare un grande progetto collettivo su Balsignano».
Seguiva a queste parole il commento conclusivo del prof. Macina: “Come non essere d’accordo con queste ultime considerazioni dell’onorevole, anzi dell’amico Nicola Magrone?”.
Ordunque, sono praticamente quattro anni che Magrone amministra questa città, ma di quel “grande progetto collettivo” non c’è ad oggi alcuna traccia, e non se ne vede neppure l’intenzione.
Nel frattempo, Magrone ha cessato di essere «onorevole», e forse ha cessato anche di essere
«amico»