Month: Giugno 2022 (Page 1 of 2)

26 giugno 1738

Modugno rischia il servaggio feudale

Modugno allontana da sé il rischio di ricadere sotto il servaggio feudale versando al governo regio di Napoli la somma di 18.000 ducati con la quale la città era stata rimessa in vendita da Carlo III di Borbone nel 1734. L’atto notarile con il quale viene regolamentata la complicata questione viene stipulato a Napoli dal notaio Massimino Passaro.

25 giugno 1836

Progetto e restauro del palazzo del “Regio Governatore”

L’architetto Domenico Gianvecchio presenta il progetto per la costruzione della «nuova casa comunale in Modugno». Il progetto prevede il restauro e la sistemazione ad uffici del secondo piano del palazzo legge governatore (ex Palazzo della Direzione), sito in via Perrone piazzetta Lacorte. Il Palazzo del regio governatore, nel Regno di Napoli era l’autorità cittadina più eminente.

22 giugno 2010

Delibera Comune di Modugno: Progetto di recupero del sito di Balsignano

Su proposta della seconda Amministrazione Rana, il Consiglio Comunale di Modugno approva all’unanimità (presenti 22 consiglieri su 30) il «Progetto di recupero del sito medievale Borgo di Balsignano». Importo euro 1.440.000, dei quali euro 1.100.000 provenienti dai fondi regionali, in particolare dai Piani Strategici, euro 340.000 dal Comune di Modugno. (Balsignano, dal degrado al recupero, Raffaele Macina, Edizioni Nuovi Orientamenti 2012, pp.18,19)

19 giugno 1642

Modugno versa in uno stato fallimentare

Versando l’Università di Modugno in uno stato fallimentare e cercando i creditori di avvalersi addirittura sui singoli cittadini, che per questo «atterriti fuggivano dalla città» viene assunta una nuova delibera con la quale si decide di imporre una seconda gabella di sette grana sulla farina. in questo modo si prevede una nuova entrata di 8400 ducati

16 giugno 1276

Modugno e l’assegnazione della moneta da Carlo I d’Angiò

Carlo I d’Angiò, assegnando la moneta ai diversi Comuni, (Cedolario della distribuzione) assegna a Modugno una sola oncia, mentre Bitonto ne riceve 233, Bitetto 40, Palo del Colle 4 e Grumo 2. Essendo le assegnazioni previste dal Cedolario determinate su base demografica, ciò significa che Modugno, in quell’anno, aveva una popolazione inferiore agli altri centri abitati.

16 giugno 2022

Inaugurata la biblioteca comunale “Carlo Perrone”

Testo comunicato stampa:

«Il progetto è diventato realtà: ieri sera è stata inaugurata la nuova biblioteca comunale «Carlo Perrone». Una struttura all’avanguardia, innovativa, 4.0. Tre piani che costituiscono un vero e proprio polo culturale con un’area archivio (che conserva 12.800 volumi), una didattica e una dedicata a mostre ed eventi. Una struttura che offre strumenti tecnologici di vario tipo, moderni e digitali come lavagne e scrivanie multimediali, visori per realtà aumentata, una zona multimediale con 16 postazioni di pc fissi e mobili, un’aula polifunzionale dedicata ad incontri e conferenze (anche in streaming). E poi aree di lavoro e studio individuale e di gruppo, altre dedicate ad eventi e mostre e terrazzini relax. C’è posto anche per i più piccoli con un’area kids (3-13 anni) destinata a laboratori e attività ludiche. «Una giornata importante – ha sottolineato il sindaco Nicola Bonasia – Modugno torna ad essere una città che fa cultura. Aperta ai giovani. La biblioteca sarà un punto di riferimento per tutti i cittadini». All’inaugurazione ha partecipato anche la consigliera regionale delegata alla Cultura Grazia Di Bari: «Aumentare gli spazi di cultura in tutta la Puglia è la nostra mission. La biblioteca sarà un riferimento e un moltiplicatore di innovazione, servizi e opportunità per il territorio». D’accordo anche l’assessore alle Politiche culturali, Antonio Alfonsi: «Il risultato di oggi, in un’ottica di continuità amministrativa, premia un grande lavoro di squadra. Ringrazio tutti coloro che negli anni si sono spesi per questo progetto: la cultura a Modugno deve occupare assolutamente un posto di rilievo. Ora ha un nuovo contenitore per farlo».

15 giugno 1866

Modugno e la III guerra di indipendenza

Il Comune di Modugno si impegna a fornire, per tutto il periodo della loro permanenza, il pane e altri viveri per i volontari della terza guerra di indipendenza stanziati sul suo territorio. A Modugno, infatti, dal 13 al 22 giugno si fermarono il terzo e quarto battaglione, del sesto reggimento dei volontari italiani della III guerra di indipendenza.

15 giugno 1858

Le elezioni del 1858

In seguito allo scioglimento della Camera dei Deputati, indicata da Ferdinando II troppo liberale, e addirittura filopiemontese, si tengono nuove elezioni. Gli elettori, però, un po’ dappertutto nel Regno delle due Sicilie, confermano i deputati uscenti. A Modugno i pochi elettori (allora si votava per censo) invece della scheda mettono nell’urna voglio quale c’è scritto: «Mi niego alla elezione del Presidente, dei Segretari e dei Deputati ritenendo esistente legalmente, nella pienezza dei suoi poteri, la nostra rappresentanza che non può dirsi legalmente sciolta»

10 giugno 1760

Confini tra i territori di Bari e Modugno

La Regia Camera della Sommaria di Napoli emette un decreto col quale si vorrebbe risolvere la secolare controversia sulla definizione confinationis territorii inter duas universitates Barii ed Medunei. Il problema della definizione dei confini, fra i territori comunali delle due città non era questione di poco conto, perché presso dipendeva il pagamento di una serie di gabelle.

9 giugno 1979

Esce il numero 0 (zero) di “Nuovi Orientamenti”

Esce il numero zero della rivista «Nuovi Orientamenti» con oltre quarant’anni di attività e di impegno civile e culturale. Sino ad ora sono stati pubblicati numeri e libri di storia, tradizioni popolari e letteratura.

Qui di seguito il primo editoriale della rivista

“I motivi di una iniziativa”

Quella che stiamo attraversando è una crisi profonda e generale, di natura economica, politica, sociale e morale. Di dimensioni, storiche e geografiche, tanto vaste, essa esce dalle Borse internazionali e dai ristretti centri finanziari, dalle sedi dei partiti, dove si delineano le grandi strategie politiche, dai laboratori di sociologia e di statistica, ed entra nella coscienza di ciascuno, per diventare crisi della coscienza individuale, appannamento di valori e di progetti razionali. Diventa crisi capillare, molecolare.
Di fronte ad una situazione di questo tipo le alternative possibili diventano sempre più ristrette. Una può essere costituita dal rifiuto dell’impegno pubblico e della politica, cercando riparo nel privato e nel personale. Un’altra — di segno opposto, ma psicologicamente molto simile — è nel rifiuto del dialogo e del confronto culturale ed ideale, nella esasperazione delle divisioni ideologiche, cercando riparo, questa volta, sotto il tetto delle ideologie cristallizzate e dell’integralismo. Si assiste così al consolidarsi di fenomeni, apparentemente contraddittori, quali l’allontanamento dall’impegno politico attivo di masse consistenti, soprattutto giovanili, e l’affermarsi di movimenti fortemente ideologizzati o addirittura eversivi. Quando non si scelga una terza alternativa, quella più inquietante nella sua tragica assolutezza, come sta lì a indicare il numero crescente di suicidi nel nostro Paese, soprattutto tra giovani e donne (e che già fa parlare di caratteri «svedesi» della società italiana).
Questo quadro — forse un po’ schematico, ma indubbiamente realistico — diventa ancor più incalzante in un comune come il nostro, che da anni vive una fase di profonde trasformazioni sociali e culturali che hanno aperto molti più problemi e lacerazioni di quanti non ne abbiano sanati.
Su questo tessuto urbano, caratterizzato da disgregazione sociale, da una grave perdita di identità culturale sia da parte degli «indigeni» che degli immigrati, da una progressiva degradazione a quartiere dormitorio a ridosso della città, la crisi nazionale trova alimento per crescere ed acuirsi.
A questi fenomeni negativi le forze sociali, politiche, culturali locali non hanno avuto finora la capacità o il coraggio di opporre una azione di effettivo rinnovamento. Anzi, ai grandi entusiasmi ed alle speranze suscitati dai risultati elettorali ottenuti nel 1975 dalle forze progressiste e di rinnovamento presenti non solo nei partiti di sinistra, ma anche all’interno di quel partito che tante responsabilità aveva nell’impietoso stato del paese, dunque a quegli entusiasmi ed a quelle speranze si sono venuti progressivamente sostituendo la sfiducia e l’apatia.
A questa situazione, certo non facile, noi del gruppo redazionale di «Nuovi Orientamenti» abbiamo creduto di trovare una risposta — una delle tante possibili, si badi, dunque non esaustiva nè taumaturgica — nella creazione di uno strumento che potesse servire a ritrovare un filo conduttore in una realtà tanto disgregata; che desse voce a tutti quei fermenti positivi che senza dubbio esistono; di uno strumento, infine, che riuscisse, con le armi del confronto, della proposta e anche della denuncia, quando è necessario, a risvegliare questo comune dal torpore in cui sembra caduto. La nostra vuole essere infatti una rivista aperta al contributo di tutti, pronta ad accogliere tutte le voci, con l’unica discriminante dell’antifascismo e del rifiuto di ogni forma di integralismo. Rivista che rifletta la realtà di questo comune e che contribuisca a trasformarla e rinnovarla, dunque; ma non rivista municipalistica o, peggio, campanilistica. Mai come in questo momento è necessario invece dare un respiro più ampio ai problemi che si agitano nel paese, collegandoli alle grandi questioni nazionali. Anche di questo si avverte il bisogno oggi a Modugno, dove il dibattito politico è scaduto a polemiche prive di slancio ideale e quello culturale è quasi del tutto assente. Qualcuno obietterà che si è stufi di parole e che è tempo di «passare ai fatti». Si tratta di intendersi su cosa significhi agire. Una rivista che riesca a rendere operanti le caratteristiche ed i propositi che abbiamo delineato è anch’essa un modo di agire, è un modo per trasformare la realtà.
Nel titolo che ci siamo dati, «Nuovi Orientamenti», abbiamo voluto che fosse trasparente il progetto complessivo che ispira la nostra iniziativa. Si avverte con forza oggi fra la gente il bisogno inappagato di una profonda trasformazione della realtà o, come si usa dire, di una nuova qualità della vita. Nuova qualità della vita vuol dire modo nuovo di produrre la ricchezza e oggetti diversi della produzione, corrispondenti ai bisogni reali e più profondi dell’uomo.
Significa instaurazione di rapporti interpersonali non più fondati sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e sulla sua emarginazione, fisica, culturale e sessuale, nel rapporto uomo-donna, ma su una piena uguaglianza materiale e morale e su un nuovo spirito di tolleranza. Senonché la realizzazione di questa nuova dimensione non è appannaggio esclusivo di un solo movimento ideale o politico né una delega in bianco da rilasciare ad altri (alla «classe politica», a «chi sta a Roma» o «sul comune»). Essa può invece concretizzarsi solo attraverso un complesso processo di elaborazione collettiva e di creatività individuale. Su un ultimo punto è necessario fare chiarezza. Una rivista che voglia restare fedele fino in fondo ad obiettivi come quelli che si pone «Nuovi Orientamenti», deve essere una rivista rigorosamente autofinanziata, in grado di respingere qualsiasi forma di controllo e di pressione esterna. Questo assunto fa a pugni, purtroppo, con la realtà molto difficile in cui versa oggi la stampa quotidiana e periodica in Italia. Fare una rivista o un giornale, senza finanziamenti solidi alle spalle, significa lavorare in perdita.
Di questo siamo consapevoli. È perciò necessario che tutti diano il loro contributo perché «Nuovi Orientamenti» possa non solo sopravvivere, ma svolgere fino in fondo la funzione per la quale è nata.

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