Month: Aprile 2017

Il “patto strategico” per Balsignano

L’iter per il finanziamento e l’approvazione del progetto

Anno XXXIX N. 164 Aprile 2017
Raffaele Paparella

Ringraziamo il dott. Raffaele Paparella, che, dal giugno 2007 al giugno 2011, è stato “delegato del sindaco Rana al Piano Strategico dell’Area Metropolitana, per aver aderito alla nostra richiesta di tracciare un quadro delle fasi più importanti del complesso iter che fu necessario per accedere al cospicuo finanziamento europeo di 1.450.000 euro, grazie al quale Balsignano ora è totalmente agibile.

In occasione dei Consigli europei di Lisbona e di Goteborg, l’Unione Europea concordò una strategia economica, occupazionale e sociale di sviluppo sostenibile, con l’obiettivo di promuovere al suo interno una economia fondata sulla piena occupazione e sulla coesione sociale. Il Piano Strategico dell’Area Metropolitana di Bari, che a questo spirito si ispira, come nuovo strumento di sviluppo e governo territoriale, nacque dall’esigenza di integrare una molteplicità di scopi e di rispondere a questioni di carattere amministrativo e gestionale per favorire lo sviluppo del sistema metropolitano barese, in una logica di governance multi-livello, tesa ad integrare gli interventi in materia di pianificazione territoriale. La realizzazione degli interventi ad essa legati fu possibile grazie all’utilizzo dei fondi strutturali attinti dalla Programmazione Operativa Regionale 2007-2013.
L’Area Metropolitana della Terra di Bari muove i suoi primi passi nel 2007: il suo territorio si estende per oltre 2.000 km2, con una popolazione di circa un milione di abitanti; i Comuni aderenti, tutti della Provincia di Bari, in prima fase erano 30, a cui si aggiunse poi Polignano a Mare. Il Piano Strategico Metropolitano della Terra di Bari si configura come un processo di definizione degli scenari futuri dell’Area Metropolitana della Terra di Bari e di progettazione partecipata del suo sviluppo.

L’ITER DEL PROGETTO DI RECUPERO

  • Il Comune di Bari, con delibera di Giunta n. 752 del 22/09/2005 approva il programma “Recupero e riqualificazione dei sistemi urbani” del POR Puglia 2000-2006, che prevede ipotesi di Pianificazione Strategica e investimenti.

  • Il Comune di Modugno aderisce al polo di Bari con delibera di Giunta n. 34 del 5 maggio 2005, con l’intento di presentare un progetto di recupero di Balsignano, avendo, peraltro, già provveduto a firmare una convenzione con la Soprintendenza per la elaborazione di un progetto complessivo.

  • Con il protocollo d’intesa del 31 ottobre 2006, i tre poli territoriali (Bari, Bitonto e Gioia del Colle) con i loro 30 comuni (31 da settembre 2007), convengono di avviare un “Piano Strategico”, che concili le esigenze del territorio con una visione strategica unitaria delle politiche di sviluppo dei diversi territori comunali.

  • La Commissione europea approva il 13 luglio 2007 il Quadro Strategico Nazionale 2007-2013 presentato dall’Italia, frutto di un esteso e intenso percorso e confronto partenariale fra amministrazioni centrali e regionali. La dotazione finanziaria programmata ammonta a circa 28,8 miliardi di euro per il periodo di programmazione 2007-2013, e verrà utilizzata per il sostegno alla crescita e all’occupazione nei territori regionali.

  • Le fasi attraverso le quali il piano strategico della Metropoli Terra di Bari si realizzerà sono state dettate dalle linee guida della Regione Puglia approvate nel giugno 2007. Nello stesso mese, e cioè nel giugno del 2007, lo scrivente viene assunto presso il Comune di Modugno nello staff del sindaco Rana e riceve subito la nomina sindacale di referente del Comune di Modugno presso il Piano Strategico per l’Area Metropoli- tana della Terra di Bari.

  • Dopo mesi di intensa attività presso il Consiglio xMetropolitano della Terra di Bari, il Consiglio Comunale di Modugno, previa relazione presentata dallo scrivente, approva all’unanimità una convenzione che fissa tempi e modalità di concertazione con i Comuni interessati.

Sono queste le premesse che hanno consentito di presentare al Piano Strategico, dopo una serie di incontri di negoziazione, una pluralità di progetti per lo sviluppo del territorio locale in coerenza con lo sviluppo territoriale circostante.

  • Nel Consiglio Metropolitano riunitosi in data 18 marzo 2009, le Amministrazioni aderenti al Piano strategico Metropoli Terra di Bari, approvano all’unanimità l’ipotesi di primo accordo-quadro contenente alcuni progetti.

  • La Regione Puglia, al fine di accelerare l’impegno delle risorse disponibili, con deliberazione di Giunta n. 917 del 26/5/2009 (“Pianificazione Strategica di Area Vasta. Adempimenti per la definizione del programma-stralcio di interventi di Area Vasta”),
    prevede la redazione, da parte delle Aree Vaste, di un Primo Piano Stralcio del Piano Strategico, a cui destinare immediatamente €. 340.000.000,00 dei fondi FESR 2007-2013. All’Area Vasta Metropoli Terra di Bari furono destinati €.53.931.941,00

  • Il progetto di recupero del Casale medievale di Balsignano, presentato dal Comune di Modugno al Piano Strategico per l’Area Metropolitana della Terra di Bari, fu selezionato assieme ad altri progetti di altri Comuni. Il progetto viene approvato nel Consiglio Comunale di Modugno (Delibera del 22 giugno 2010 N. 32), in variante al PRGC, per un importo complessivo di 1.450.000,00 euro. Il progetto venne elaborato dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio delle province di Bari, BAT e Foggia, e poi finanziato, con la partecipazione del Comune di Modugno, con i fondi P.O. FESR 2007/13 – Asse IV – Linea di intervento 4.2, deliberato dalla Giunta Regionale con il primo Programma Stralcio di interventi di Area Vasta “Metropoli Terra di Bari”.

L’intervento, perseguito tenacemente dall’Amministrazione Comunale, ha permesso di intervenire in modo organico su un bene di interesse storico ed archeologico strategico per il territorio di Modugno.

Balsignano, misione quasi compiuta

Un volume di gran pregio della casa editrice Adda ricostruisce le tappe più significative del suo restauro

Anno XXXIX N. 164 Aprile 2017
Serafino Corriero

La casa editrice Adda di Bari, storica produttrice di libri che hanno diffuso in Italia e nel mondo la conoscenza delle bellezze storiche, architettoniche e paesaggistiche della nostra regione, arricchisce la sua già cospicua dotazione con un altro volume di gran pregio, questa volta dedicato al più prezioso gioiello d’arte del nostro territorio: l’insediamento rurale fortificato di Balsignano. Il volume, edito nel 2015, è stato ufficialmente presentato a Bari, presso il Castello Svevo, il pomeriggio del 20 aprile 2016. Esso si presenta, come è nella tradizione tipografica di Mario Adda editore, in una veste raffinata ed elegante, con in copertina, questa volta, una splendida fotografia aerea di Balsignano, realizzata dalla Guardia di Finanza di Bari, che inquadra la struttura in pietra calcarea dell’intero casale, illuminato dal sole, collocato sul ciglio di una diramazione del torrente Lamasinata e a ridosso di una fitta macchia verde di ulivi solcata dalla strada provinciale che da Bitritto conduce a Modugno. Il volume, edito nel 2015, avrebbe dovuto essere presentato a Modugno, com’era ovvio, non solo perché il sito di Balsignano ricade nel suo territorio ed è in proprietà del nostro Comune, ma anche perché lo stesso Comune di Modugno ha contribuito con una spesa notevole (25.000 euro) alla sua pubblicazione, tant’è che la prima delle quattro presentazioni scritte contenute in premessa è del dott. Mario Rosario Ruffo, all’epoca Commissario Straordinario dell’Ente comunale. Invece, ultimata la stampa e reinsediatosi nel frattempo il sindaco Magrone, il Comune non ha ritenuto che fosse la nostra la sede più idonea per l’occasione, sicché, dopo che erano trascorsi già molti mesi, si è optato infine per il Castello Svevo di Bari. Oltre alla bella foto pubblicata in copertina, anche nello sfogliare le pagine del pregiato volume si rincorrono fotografie e disegni di grande fascino, a documentare, con varietà e ricchezza di immagini, gli studi assai preziosi di quanti hanno concorso alla realizzazione di un progetto concepito da almeno 40 anni, ed ora finalmente compiuto. Il volume, curato dall’archeologa Maria Rosaria Depalo, dall’architetta Emilia Pellegrino e dallo storico dell’arte Maurizio Triggiani, tutti in diverso modo afferenti alle Soprintendenze di Bari e della Puglia, si presenta, dopo una descrizione storico-descrittiva del complesso di Balsignano, diviso in quattro sezioni: la prima contiene studi e fonti sulla struttura del complesso e sui suoi affreschi superstiti; la seconda illustra le diverse tappe del lungo percorso di tutela, restauro e valorizzazione del sito; la terza espone i risultati delle diverse campagne di scavo condotte dagli archeologi; la quarta presenta gli esiti dei rilievi e delle indagini stratigrafiche degli elevati, che costituiscono la premessa tecnica indispensabile per ideare, organizzare ed attuare un serio progetto di restauro. In appendice, infine, oltre alla elencazione della bibliografia generale, una breve presentazione, a cura dell’archeologa Francesca Radina, delle ricerche condotte sul villaggio neolitico, risalente al VI-V millennio a.C., situato nella stessa area rurale di Balsignano. L’area territoriale di Balsignano, in effetti, è assai vasta, ed anche assai ricca dal punto di vista storico- architettonico-paesaggistico: oltre al casale fortificato e al villaggio neolitico, infatti, ed oltre al suggestivo paesaggio agricolo tipicamente pugliese, solcato dagli alvei torrentizi afferenti al bacino idrografico della lama Lamasinata, molto rilevanti sono anche altre emergenze storico-architettoniche, come la settecentesca cappella detta di S. Pietro, in realtà dedicata a S. Maria di Costantinopoli, situata all’esterno del casale, in corrispondenza del vertice di nord-ovest della sua cinta muraria; e poi il Casale della Marchesa, con il caratteristico comignolo culminante in un pinnacolo, che si trova di fronte alla Chiesa di S. Felice, sull’altro lato della strada provinciale Modugno-Bitritto; e ancora, lungo la via Balsignano, in contrada Macchia La Torre, il “bosco grande” di Modugno, oggi di proprietà Colavecchio, recentemente dichiarato oasi di protezione floro-faunistica, che contiene nella sua parte più elevata un casale ottocentesco, al quale si accede attraverso un bel portale con arco a tutto sesto, e in un’altra zona, situata più in basso, una piccola cappella dedicata a S. Leonardo; e infine, tutt’intorno al casale col castello, molti altri elementi architettonici tipici delle campagne pugliesi: trulli, palmenti, neviere, insediamenti rupestri, muretti a secco, tratturi. Si tratta, insomma, di una intera vasta porzione del residuo territorio agricolo del comune di Modugno che, nonostante alcuni interventi infrastrutturali di un certo rilievo di attuale o prossima realizzazione (il nuovo tracciato ferroviario della linea Bari-Taranto e la nuova strada di collegamento tra la S.P. 92 e la S.P. 224), è rimasto tuttavia immune da invasivi interventi edilizi residenziali, e presenta quindi tutti i pregi e le caratteristiche per diventare un Parco archeologico-storico-paesaggistico di indubbio valore e di sicura attrattiva: un’idea che circola da almeno 30 anni nella mente di studiosi e amatori del sito (vedi, per esempio, Nino Lavermicocca, «Per un parco archeologico a Balsignano», in «Nuovi Orientamenti», anno X, n. 3-6, settembre-dicembre 1988). Questa idea trova adesso un più solido fondamento progettuale proprio a conclusione dei lavori di restauro del casale, il quale appare oggi, dotato com’è sia di un punto di accoglienza e di informazione, sia di percorsi e camminamenti utili all’esplorazione dell’intero casale, come “il primo nucleo di un istituendo Parco a valenza territoriale”, come suggerisce l’architetta Rossella Caggianelli nel suo intervento, contenuto nel volume, dedicato appunto al «Parco di Balsignano». Ed anche lo storico Sergio Chiaffarata, in un altro luogo del volume, insiste su questo concetto, e lo allarga perfino, immaginando un “Parco di Balsignano”, caratterizzato da molteplici aspetti storici, archeologici, architettonici e paesaggistici, come “fulcro operativo dell’Ecomuseo Urbano del Nord-Barese, parte di un più ampio discorso sul territorio, portato avanti da diversi anni dal Volontariato Culturale”. Insomma, splendidamente recuperato il suo passato, il casale di Balsignano impone ora a tutti la progettazione del suo futuro, senza la quale, in realtà, l’opera non può dirsi effettivamente compiuta: una scommessa difficile, certamente, ma che proprio per questo esige il massimo coinvolgimento di enti, istituzioni, imprese pubbliche e private, scuole, università, associazioni. Già da tempo la rivista “Nuovi Orientamenti” ha lanciato l’idea di costituire a tale scopo una Fondazione che raccolga tutti questi soggetti in un programma credibile e realizzabile inteso alla valorizzazione del sito di Balsignano e dell’intero territorio della Città Metropolitana: idea che il prof. Raffaele Macina, direttore della stessa rivista, ribadisce e precisa nel suo intervento, anch’esso contenuto nel volume, dedicato al volontariato culturale e allo specifico impegno della rivista “Nuovi Orientamenti” per il recupero di Balsignano. Se, dunque, qui in questo libro, in molti hanno cominciato ad interrogarsi e ad avanzare proposte sul futuro di Balsignano, quali siano gli intendimenti del Comune di Modugno, attuale proprietario e gestore unico del sito, non è dato sapere. Del resto, proprio in quella occasione della presentazione del volume al Castello Svevo nell’aprile 2016, il sindaco Nicola Magrone, che pure, salvo la parentesi commissariale, amministra la città da quasi quattro anni, dopo essersi detto «onorato e terrorizzato per il compito di custodire e gestire Balsignano», si è dovuto pietosamente appellare alla “tenerezza” degli studiosi e amministratori pubblici presenti al convegno perché vengano in soccorso del Comune nella conduzione dell’ardua impresa. Non solo, ma in quella stessa sede egli ha promesso che la sua Amministrazione, che “non è una lobby, non è oligarchica, ma è aperta a tutti”, per progettare e programmare una qualificata gestione del complesso si sarebbe rivolta «alla società e alle associazioni»: cosa che, a dire il vero, finora non si è visto, e semmai si è visto il contrario… Per il momento, sappiamo soltanto che l’Amministrazione Comunale assicura la visita del casale, con bus-navetta gratuito da piazza Enrico De Nicola (via Bitritto), ogni sabato e domenica dalle ore 9.30 alle ore 13.30, previo pagamento di un biglietto d’ingresso ordinario di 5 euro (ridotto a 3 euro o gratuito per talune categorie), e che, in attesa di reclutare guide turistiche “fornite di specifica abilitazione regionale” (così si evince da comunicazioni reperibili sui “social media”), non c’è attualmente nessuno che possa guidare i visitatori in un percorso di conoscenza e di fruizione consapevole del sito. Eppure, di visite guidate a Balsignano in tutti questi anni se ne son fatte tante…!

A proposito dell’inaugurazione di Balsignano

È un vero peccato che sia stata completamente ignorata la rete costruita in tanti anni intorno all’antico casale

SU BALSIGNANO NON PUÒ DECIDERE ESCLUSIVAMENTE UN ASSESSORE O UN ADDETTO AL PALAZZO”. PAROLA DELL’ON. MAGRONE!

Un bene culturale come Balsignano, circondato da un villaggio neolitico (sul quale è sceso il silenzio assoluto), da un villaggio dell’età del bronzo tutto da studiare, da specchie, da lame e da altre numerose emergenze storico-architettoniche, ha bisogno di una programmazione e di una cura di lunga durata; la logica e l’opera di una Amministrazione comunale, invece, dispongono di un periodo breve, soli 5 anni, che, talvolta, per il solo Sindaco diventano 10. Sarebbe sufficiente questa semplice constatazione di buon senso per ritenere che sia una mera illusione pensare che un casale come Balsignano possa avere un futuro con la sola cura delle istituzioni. Era, questo, un pensiero fermo dello stesso Magrone, che, intervistato 23 anni fa da chi scrive sulla «necessità di incominciare a pensare già da allora su che cosa fare di Balsignano», così dichiarava a Nuovi Orientamenti (N. 76/1995, p. 9):

«Certo, [...], ma questo è un problema che deve essere affrontato da tutti e tutti devono essere chiamati a dare il loro contributo perché Balsignano possa avere un futuro. E da evitare che il destino di Balsignano sia deciso esclusivamente nel chiuso di uffici comunali da assessori e addetti al Palazzo. Anzi, se noi lasciamo l’elaborazione di un progetto di destinazione e di uso di Balsignano all’ordine burocratico o all’organo assessori- le individuale, è meglio che ci fermiamo qui e lasciamo il tutto nelle mani del proprietario».

Allora, però, Magrone era “solo” un deputato della Repubblica, mentre ora è Sindaco di Modugno e, di certo, avrà avuto i suoi buoni motivi per cambiare idea, visto che nei suoi tre anni abbondanti di permanenza a Palazzo Santa Croce, nessuno «è stato chiamato a dare il suo contributo perché Balsignano possa avere un futuro». Noi, convinti da sempre della assoluta necessità di coinvolgere tutti, abbiamo costruito nel tempo intorno al casale una vera e propria rete, che ha registrato la partecipazione e l’interesse di tanti enti: scuole, associazioni, Università, centri di ricerca, laureandi e dottorandi, medievisti e studiosi vari. E un vero peccato che questa rete sia stata totalmente ignorata negli ultimi 4 anni, a partire cioè dal momento in cui, come scriveva SudCritica in un suo articolo del maggio 2014, per «uno strano gioco del tempo è toccato a Nicola Magrone riprendere nelle mani, come Sindaco, per conto del Comune di Modugno, quel simbolo della storia del paese che è il complesso fortificato di Balsignano».

E, naturalmente, quella rete non è stata neppure coinvolta nella inaugurazione del 26 novembre, riservata, come recita un laconico comunicato di copertura del Comune, “ai soli rappresentanti delle istituzioni”. Ma altrettanto naturale è stato che numerosi rappresentanti di quegli enti ed associazioni che hanno animato per tanti anni la “rete Balsignano”, insieme a tante altre persone, abbiano espresso e continuino ad esprimere la loro contrarietà per una inaugurazione riservata ai soli “rappresentanti delle istituzioni”, esprimendo solidarietà a Nuovi Orientamenti e, in particolare, a chi scrive. Qui di seguito proponiamo per i lettori quanto abbiamo già pubblicato sul nostro sito il 3 dicembre scorso sull’argomento.

Voglio ringraziare tutti coloro che, in occasione dell’inaugurazione di Balsignano, svoltasi il 26 novembre scorso, hanno voluto ricordare il mio impegno per il recupero del nostro casale medievale sia su Facebook sia, ancora più numerosi, in privato. Ringrazio, in particolare, quanti, non essendo neppure modugnesi, non possono certamente essere tacciati di partigianeria politica; e tra questi, ancora più in particolare, voglio ringraziare il prof. Raffaele Licinio, già ordinario di Storia Medievale all’Università di Bari e direttore del Centro di Studi Normanno-Svevi, che sin dal 1979 ha voluto collaborare con noi nell’opera di conoscenza e di valorizzazione di Balsignano e che per ben due volte, nel 2006 e nel 2008, ha voluto inserire il nostro casale medievale all’interno dei programmi di studio delle Giornate Normanno-Sveve, ponendolo così all’attenzione di medievisti giunti da ogni parte d’Italia e d’Europa. Senza voler peccare di falsa modestia, poiché sono ben consapevole di aver dedicato per quasi 40 anni una buona parte dei miei studi e del mio lavoro al ‘nostro” casale, voglio dire subito che l’impegno di “‘Nuovi Orientamenti” è stato un impegno di squadra, avendo coinvolto molti soggetti, ciascuno dotato di competenze, e di compiti, specifici. Da questo punto di vista, posso dire di aver avuto il grande privilegio di coordinare un gruppo di persone generose, impegnate con gratuità e passione su tutto ciò che di volta in volta si andava programmando intorno a quel sito: dalla pulizia materiale degli spazi interni della Chiesa di San Felice e della Chiesa di Santa Maria, per difenderli soprattutto dall’azione corrosiva del guano dei colombi, al taglio meccanico delle erbe spontanee, fino alla estirpazione manuale delle erbacce che crescevano negli interstizi delle pietre; e, su un altro piano, dalla ricerca storica delle fonti di studio al reperimento di storie e leggende ancora presenti nella cultura popolare; dalla cura dei rapporti con le istituzioni scientifiche e politico-amministrative alla organizzazione di convegni ed eventi culturali su questo monumento storico, architettonico ed artistico dotato di un così grande fascino.
Ma, ritornando alla “inaugurazione” di Balsignano, dico subito che le cose sono andate nel modo in cui io mi aspettavo che andassero, prevedendo, cioè, che nessuno di noi sarebbe stato invitato; d’altra parte, per quanto mi riguarda personalmente, anche se fossi stato invitato a dire quattro parole, io non avrei partecipato alla cerimonia a causa della mia attuale condizione esistenziale, ma anche perché non mi sarei trovato a mio agio fra gli autorevoli rappresentanti delle istituzioni modugnesi. Ma non è questa la cosa più importante. Per tutti noi il problema vero, che ci amareggia fortemente, è che nessuno di noi è mai stato interpellato su Balsignano negli ultimi quattro anni, che, salvo la parentesi commissariale, hanno registrato per due volte l’insediamento dello stesso Sindaco. Mai ci è stato chiesto se, impegnati da quasi 40 anni su questo tema, noi di “Nuovi Orientamenti” avessimo una qualche idea intorno alla fruizione e alla gestione del sito restaurato. Eppure, è noto che abbiamo elaborato da tempo le linee essenziali di un progetto inteso a questo scopo; linee essenziali, che hanno avuto giudizi assai lusinghieri dal prof. Cosimo Damiano Fonseca, autorevole medievista e accademico dei Lincei, in una delle “Giornate di studio normanno-sveve” del 2006, svoltasi a Modugno, e dal prof. Franco Cardini, altrettanto autorevole medievista, in occasione delle “Giornate di studio normanno-sveve”, che si tennero nel 2008 a Barletta.
Insomma, oggi che si celebra la felice conclusione di un lungo e faticoso lavoro di studio, di ricerca, di conoscenza, di sensibilizzazione, di progettazione e di restauro di un gioiello del patrimonio storico-artistico del nostro territorio, noi, che ce ne siamo quasi esclusivamente occupati, siamo stati del tutto ignorati e direi addirittura umiliati. Ma, in realtà, non ci importa molto neppure questo. Quello che ci interessa molto, invece, è il rischio che di Balsignano sia espropriata l’intera comunità modugnese, quella che in tutti questi anni ha riconosciuto in quel sito un tratto fondamentale della sua identità storica e culturale, e che intorno ad esso ha prodotto tante iniziative e accumulato tante competenze, arrivando a costruire una rete organizzativa molto ampia, che vedeva impegnate insieme associazioni culturali, istituzioni scolastiche, centri di studio e di ricerca.
Quindi, pur non nascondendo la nostra amarezza, dobbiamo dire che non siamo stupiti per il trattamento che ci è stato riservato, anche perché noi di “Nuovi Orientamenti” siamo abituati ad essere ignorati da quelli del Palazzo. Non è la prima volta, infatti, che fanno finta di non vederci: già in passato siamo stati spesso ignorati dai Sindaci in carica in occasione di particolari ricorrenze storiche della città, per cui l’attuale Amministrazione, in spirito di continuità, non ha fatto altro che perpetuare, legittimamente, un atteggiamento già manifestato da altre Amministrazioni prima di lei. Per questo, nel corso degli anni abbiamo sviluppato un nostro modo di intendere e praticare il rapporto col Palazzo, che in verità ci rende anche più liberi: se una Amministrazione ritiene che quello che noi facciamo possa in qualche modo essere utile alla sua programmazione, noi siamo contenti ed onorati dell’attenzione; se, invece, essa ritiene che il nostro contributo non sia per niente utile, o che sia addirittura spiacevole, noi continuiamo ad impegnarci secondo i nostri canoni e, parafrasando Ugo Grozio, il fondatore del giusnaturalismo moderno, continuiamo ad agire “etsi ei non darentur” (come se quelli non esistessero).
Naturalmente, noi continueremo ad occuparci di Balsignano, e, come stiamo già facendo dal 4 dicembre, siamo disponibili ad assicurare la conduzione di visite guidate: sarà sufficiente mettersi in contatto con noi, per poi incontrarci con i gruppi che vorranno davanti al cancello del casale, per visitare insieme l’intero sito, nei giorni in cui esso sarà aperto.

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