Anno XIII N. 100 Settembre 2001
Vito D’Attolico
Pubblichiamo volentieri questa riflessione dell’arch. Vito D’Attolico, residente a Napoli, che da sempre ci segue con interesse ed attenzione. Peraltro, i suoi rilievi della chiesa di San Felice furono da noi pubblicati nel 1988 nella ristampa del saggio Balsignano di G. Ceci.
Carissimo Direttore,
nell’ultimo numero di Nuovi Orientamenti denunci, ancora una volta, la drammatica e persistente attualità dello stato di abbandono del borgo di Balsignano, compreso l’ultimo scampato pericolo da incendio.
Puoi ben comprendere la mia amarezza e delusione per la perdurante incuria e l’ottuso disinteresse culturale che potrebbero, in tempo breve e imprevisto, segnarne la definitiva perdita. Di questo speciale patrimonio storico-artistico cominciai ad occuparmi negli anni Sessanta con un’azione drastica di contrasto ad uno sciagurato programma di rettifica del tracciato stradale Modugno-Bitritto che avrebbe comportato la sicura, sacrilega demolizione del gioiello architettonico di tutto il borgo: il tempio di S. Felice, esemplare unico e splendido dell’architettura romanico-pugliese a cupola dell’alto medioevo.
Eravamo in pochi a Modugno a discutere con sincera preoccupazione del destino dei beni culturali sempre più deturpati da interventi distruttivi; pertanto, consentimi di ricordare con affetto l’Arciprete don Nicola Milano e l’insigne magistrato dott. Stefano Parmigiani, dei quali conservo, oltre alla memoria, un ricco carteggio del periodo in cui mi trasferii a Napoli.
Mi occupai subito del monumento più a rischio eseguendo un accurato rilievo architettonico del tempio di S.Felice ed un’ampia documentazione fotografica di tutto il complesso. Portai il materiale prodotto all’attenzione dell’illustre storico prof. arch. Roberto Pane, mio maestro e direttore dell’Istituto di Storia dell’Architettura dell’Università di Napoli, il quale, entusiasta della riscoperta di tale rilevanza architettonica illustrata dalle mie immagini e dai miei disegni di rilievo, in qualità di direttore dell’antica rivista Napoli Nobilissima, incaricò il prof. arch. Arnaldo Venditti di eseguire un ampio studio su “L’achitettura a cupola in Puglia” includendo nel volume di marzo-giugno 1969 il tempio di S. Felice corredato da immagini e disegni inediti.
Dal canto suo, mons. Nicola Milano, che pubblicava a fascicoli, in allegato al notiziario parrocchiale «L’amico», la ricerca “MODUGNO-Memorie storiche”, accelerò l’uscita del capitolo su Balsignano per portare a conoscenza dei modugnesi e degli amministratori comunali l’importante patrimonio di storia e arte e la necessità di salvarlo dall’incuria del tempo e degli uomini. Il dott. Stefano Pannigiani, sempre prodigo di consigli e approfondite valutazioni, svolse la sua azione a difesa del patrimonio d’arte modugnese con discrezione ed efficacia presso i vari livelli istituzionali, compatibilmente con il suo particolare ruolo di primo presidente della Corte di Appello di Bari. Il pericolo fu scongiurato, ma permaneva la difficoltà che, essendo il territorio di Balsignano di proprietà privata, non era facile intraprendere iniziative pubbliche volte ad una regolare campagna di restauro per una compatibile fruizione turistico-culturale. Tra indifferenza e inazione sono passati molti anni con il conseguente avanzare inesorabile del degrado, ma in questo lasso di tempo sei stato l’unica voce a tener desto il “problema Balsignano” mediante convegni e vari interventi pubblicati su Nuovi Orientamenti. Ora è necessario affrontare con concretezza e sollecitudine il destino di Balsignano, giacché il territorio è stato acquisito dal Comune e quindi è possibile sollecitare iniziative di corretta progettualità culturale da proporre a tutti i livelli istituzionali per le specifiche competenze e per il reperimento delle non poche risorse finanziarie necessarie per operare. Con lo spirito di rinnovata speranza per le sorti di Balsignano ho colto l’occasione dell’iniziativa “I TESORI DA SALVARE: Fatti e non parole”, lanciata dalla rivista Chiesa Oggi, architettura e comunicatone, (diffusa in Europa e con corrispondenti dagli Stati Uniti e Giappone), per segnalare il tempietto di S. Felice del quale hanno pubblicato una scheda nell’ultimo numero 47/2001 a pag. 65. Quando ho presentato a Milano il materiale riguardante Balsignano, il direttore e il capo redattore hanno espresso vivissimo interesse stabilendo la prima segnalazione, onde possa essere di sprone a intraprendere le opere di tutela e valorizzazione, essendo un bene inestimabile ed irripetibile ancor più se conservato nel suo contesto naturale e paesaggistico.
Nel ringraziarti per l’ospitalità e felice di essere con voi tutti di Nuovi Orientamenti, ti prego di scusarmi se mi sono abbandonato a qualche ricordo, giusto per precisare storicamente vicende e personaggi.
Con stima e affetto.