Riproponiamo una nota inviata alla redazione della nostra rivista (Lettere al direttore) pubblicata nel n. 143 (anno XXXII) del mese di luglio 2010, con la quale le «Consorelle della Pia Unione della Pietà» descrivono l’iter del «restauro conservativo» dell’abito della Madonna della Pietà, adorata nella Chiesa dell’Assunta di Modugno.

La bella avventura per il nuovo abito della Madonna dell’Assunta

L’effige della Madonna della Pietà, adorata nella Chiesa dell’Assunta di Modugno, ogni anno, in occasione del settenario e della processione del venerdì precedente la Domenica delle Palme, indossa un abito di seta nera ricamato in oro di grande pregio storico ed artistico, risalente alla fine dell’Ottocento.
La vestizione si completa con una corona in argento all’Interno della quale è inciso l’anno 1856. D’intesa con la Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici della Puglia, nell’Aprile 2008 si definisce la necessità di un’opera di restauro conservativo dell’abito. Primo passo: provvedere alla sostituzione con un abito altrettanto degno. L’iniziativa nasce così. La ricerca punta subito sull’individuazione di artigiani della tessitura e del ricamo di antica e pregiata tradizione. L’attività, intensa e curiosa, porta a grandi risultati.

Dopo un viaggio di avventura e di fede, l’incontro giusto: Franz J. Ippoldt, sapiente tessitore austriaco, al quale si richiede la ritessitura dell’abito della Madonna di seta naturale nera, ed oro. Così egli scrive: «Penso che oggi sono probabilmente l’ultima manufattura auroserica europea ad avere in produzione questa tipologia di tessuto. Tanto che la tecnica della lamina d’oro/argento tessuto richiede una destrezza manuale ed un insieme di utensili particolari per la realizzazione su telaio a mano … Visionando e studiando queste produzioni, mi sono reso conto che ci vuole, oltre i macchinari perfetti, concentrazione costante, destrezza, sensibilità e forza fisica, aspetti che non vanno di pari passo con la vita di oggi. Eppure trovo nel realizzare questi pregiati manufatti una soddisfazione unica».

Franz J.Ippoldt rivela la sensibilità e la fede del fine artigiano che alla vista della Madonna si è spontaneamente inginocchiato; egli, poi, ha anche il merito di aver accreditato la nostra ricerca presso le suore benedettine dell’Isola San Giulio di Orta, in provincia di Novara, per la progettazione del disegno, la realizzazione del ricamo in oro e la confezione a mano del nuovo abito. Anche quello con le suore un incontro illuminato, sia per l’affetto con cui esse accolgono la richiesta e sia per la raffinata maestria di cui si ha immediata contezza.
La spiritualità benedettina del motto «Ora et labora» intreccia egregiamente l’attività spirituale con un laboratorio di restauro tessile specializzato che vanta anche pubblicazioni scientifiche. L’incontro con l’Abbazia Benedettina «Mater Ecclesiae» è una occasione privilegiata per le consorelle che si «imbarcano» nell’avventura.

La progettazione del nuovo disegno muove i primi passi da quello originale. Su proposta delle suore si innesta un nuovo seme. In una cornice di cuore rovesciato fiorisce la “Passiflora” che si eleva verso l’amore autentico per incitare l’uomo al bene. La Passiflora dal latino passionis flos (fiore della passione), fu associata da un missionario agostiniano, per la sua particolare conformazione, alla passione e alla crocifissione di Gesù. La proposta delle suore benedettine è affascinante e ricca di significato: la corolla di filamenti è la corona di spine; i cinque stami, le cinque ferite; i tre stigmi, i tre chiodi; i dieci petali, gli apostoli rimasti fedeli a Gesù.

Un viaggio su Internet favorisce l’incontro con Iolanda Ottavi, maestra di tombolo di Offida, dell’entroterra marchigiano, i cui lavori di merletto a tombolo si rifanno ad una tecnica che risale alla fine del Quattrocento. Alla tradizione del passato, la Ottavi ha aggiunto l’innovazione, ha inventato il «Merlettogioiello», armonia perfetta tra arte orafa e arte del merletto. È, la persona giusta per la realizzazione della trina metallica a fuselli con filo d’oro che incornicia il collo del nuovo abito e i bordi dei manicotti, il risultato è un’opera d’arte con tombolo, filo d’oro e grande maestria.

Dopo aver viaggiato sulle strade ferrate, in barca, su Internet, inizia un nuovo percorso con i cittadini modugnesi per la raccolta dei fondi. Anche questa una esperienza ricca ed intensa! I tantissimi oboli ricevuti segnano in maniera discreta ed indelebile il rapporto d’amore tra i cittadini e la Madonna.

A Franz J. Ippoldt, alle Monache Benedettine dell’Isola San Giulio, a Iolanda Ottavi, alle Consorelle della Pia Unione della Pietà, ai commercianti, ai professionisti, agli imprenditori, alla comunità dei modugnesi di Toronto, ai cittadini tutti, va il ringraziamento per la condivisione di un percorso di storia, di arte, di valori, e soprattutto di fede.

Le Consorelle della Pia Unione della Pietà

Lettere al direttore
Pubblicato sul n. 143, anno XXXII
Luglio 2010, p. 45