Approvato il progetto complessivo di recupero del casale che
può contare su un cospicuo finanziamento
Anno XXXII N. 143 Luglio 2010
Raffaele Macina
Quello che negli anni Ottanta sembrava un sogno, ora può trasformarsi in realtà e il Casale medievale di Balsignano può ritornare a vivere: nella seduta del 22 giugno, il consiglio comunale ha approvato all’unanimità il “Progetto di recupero del sito medievale – Borgo di Balsignano – importo € 1.450.000”. Al momento della votazione erano presenti in aula 22 consiglieri; assente giustificato il sindaco Rana, che, col direttore generale, Serafino Bruno, l’addetto stampa, Nicola Mangialardi, e il consigliere comunale Maurizio Zefilippo (UDC), era impegnato in Canada nell’ambito del programma di interscambio che il Comune intrattiene con la colonia modugnese di Toronto. I finanziamenti derivano in maggior parte dai Piani Strategici (€ 1.110.000, già deliberati dalla Regione Puglia il 28-12-2009), e in minor parte da fondi di bilancio comunale (€ 340.000), per i quali è prevista l’accensione di un mutuo. II progetto, che punta a rendere fruibile tutto il casale, e, in particolare, a rendere agibili la chiesa di Santa Maria di Costantinopoli e il castello, è stato redatto dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio. La redazione del progetto è dell’arch. Emilia Pellegrino che, avendo seguito ormai da decenni la lunga e tormentata vicenda di Balsignano, ha elaborato un significativo piano di intervento che si caratterizza per realismo e proiezione del bene in un programma più complessivo che nel futuro potrà e dovrà interessare un’area ancora più vasta. Infatti, sono previsti da un lato gli interventi più urgenti e necessari per il recupero di opere assai compromesse nel loro stato (innanzitutto, gli affreschi della Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, che speriamo possano essere tutti recuperati; la cinta muraria, in alcune parti invasa dalla vegetazione, per cui non si notano neppure le torri di avvistamento); dall’altro, oltre agli impianti elettrici, idrici, fognari e sanitari, è prevista una sistemazione interessante di tutta l’area “agricola” che proietta il Casale di Balsignano in un progetto molto più generale. D’altra parte, è la stessa Pellegrino, nella sua relazione di presentazione del progetto, ad affermare che l’intervento sul Casale di Balsignano, inserito nel Programma 2 del Piano Strategico MTB (Città Storica) che coinvolge Bari e i Comuni dell’area metropolitana, “avvia la strategia complessiva del Piano che insiste sulle strutture urbane e territoriali, per rinnovare i caratteri consolidati del sistema insediativo di questa parte significativa della Puglia centrale […], nella prospettiva di lungo periodo per realizzare un effettivo ed equilibrato policentrismo”.
LA NATURA E IL SIGNIFICATO DEI PIANI STRATEGICI
I Piani Strategici, introdotti in Puglia dalla prima Giunta Vendola, costituiscono lo strumento più importante per mettere in rete i Comuni di un’area vasta (area metropolitana) e si caratterizzano per la loro visione complessiva del territorio, ispirata ai principi di sviluppo sostenibile. Molte regioni e città europee hanno chiamato Piano Strategico un insieme di interventi e di procedure finalizzati alla progettazione e al governo di processi di forte trasformazione. Ciò è avvenuto sia in aree con forti esigenze di riconversione per la crisi irreversibile di certe attività economiche (industria di base e portuale) quali Amburgo in Germania, Birmingham, Liverpool e Manchester in Inghilterra, sia in città dinamiche con problemi di prestigio e competizione internazionale quali Lione, Barcellona, Amsterdam e Torino. Secondo gli attuali orientamenti dell’urbanistica e dellprogrammazione del territorio, i Piani Strategici sono destinati ad avere un ruolo sempre più incisivo nelle politiche dei Comuni che, per la riduzione dei trasferimenti statali, da soli non possono neppure più assicurare una serie di servizi. Riportiamo qui di seguito una illuminante definizione dei Piani Strategici di un importante studioso. I Piani Strategici sono “approcci di pianificazione che si riferiscono all’area vasta: che aspirano a definire grandi indirizzi di sviluppo (economico, sociale e ambientale) di un territorio integrato (urbano/periurano/rurale) e a renderne le dinamiche insediative più coerenti con i principi dello sviluppo sostenibile (competitività/solidarietà/cura dell’ambiente) attraverso modelli di governance capaci di costruire un’idea di cittadinanza metropolitana certamente rispettosa delle identità locali, ma più cooperante e lungimirante”. (Gibelli M. C., Flessibilità e regole nella pianificazione strategica, in Pugliese T. e A. Spaziante, Pianificazione strategica per le città: riflessioni dalle pratiche, F. Angeli, Milano 2003, p. 62).
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