Alla fine dei lavori, la città non può presentarsi impreparata allo storico appuntamento della consegna del casale
Anno XXXVI N. 158 Giugno 2014
Raffaele Macina

Alla fine di quest’anno è prevista la conclusione dei lavori a Balsignano. Finalmente, giunge alla meta un impegno, avviato da Nuovi Orientamenti nel 1979, quando, fondando la rivista, si decise di “adottare” lo storico casale medievale fortificato. Le foto della prima e dell’ultima pagina di copertina di questo numero ripercorrono i momenti più salienti della lunga opera di salvaguardia e di recupero del complesso: dalla pubblicazione, nel 1980, del primo saggio storico su Balsignano, alla sofferta registrazione degli atti di vandalismo ai danni di preziose opere d’arte (nel 1981, il tentativo di asportare gli affreschi di Santa Lucia e del Santo Vescovo; nel 1982, l’asportazione dell’acquasantiera e la devastazione dell’altare di Santa Maria di Costantinopoli); dal qualificato convegno del 1983, promosso dalla nostra rivista (“Balsignano: quale futuro?”), ai primi interventi di salvaguardia realizzati dalla Soprintendenza ai Beni Monumentali e Architettonici; dalle pressanti sollecitazioni rivolte agli amministratori, alle prime visite guidate degli anni Ottanta; dai nuovi atti di vandalismo dell’agosto del 1988 (quando furono sottratti persino due capitelli alla facciata della Chiesa di San Felice), ai più consistenti interventi di recupero promossi dopo l’acquisizione del complesso al patrimonio del Comune (1999), grazie ai quali è stato possibile ricostruire la seconda torre del castello, recuperare parzialmente la Chiesa di San Felice e di Santa Maria di Costantinopoli, e, soprattutto, assicurare dal 2007 in poi l’agibilità nell’area del casale; infine, dalla realizzazione del nutrito programma di visite guidate per le scuole e per gruppi diversi, provenienti anche da fuori città, alle due “notti medievali” (2007 e 2008), la cui riproposizione viene ancor oggi auspicata da tanti.
Ora, però, bisogna guardare all’immediato futuro e porsi la questione di come debba essere gestito il casale di Balsignano. Per questo, è auspicabile che Modugno avvìi subito una profonda riflessione e un sereno confronto con le sue associazioni, con le sue forze politiche e con le sue istituzioni: sarebbe grave se, una volta ultimati i lavori, l’appuntamento storico della consegna del casale medievale al Comune trovasse la città impreparata e incapace di avviare una seria programmazione nell’utilizzazione di un bene culturale così importante.
A questo proposito, nel nostro libro annuale del 2012 (Balsignano: dal degrado al recupero) abbiamo avanzato la proposta di costituire una Fondazione, che, ovviamente, deve vedere come protagonista prima di tutto il Comune. Rinviando il lettore a quel nostro saggio, qui è opportuno fare riferimento alle ragioni più evidenti che rendono necessaria la costituzione di una Fondazione che provveda alla gestione e alla fruizione pubblica del complesso di Balsignano.

  1. Bisogna liberare la gestione di Balsignano dagli umori mutevoli delle Amministrazioni in carica, che spesso, per interni contrasti politici, non sono in grado di assicurare una programmazione di lunga durata, che è invece necessaria per un bene culturale come Balsignano. D’altra parte, sono in molti ad aver riconosciuto (fra gli altri, lo storico medievista prof. Raffaele Licinio, ed anche lo stesso sindaco Magrone nella nostra recente manifestazione annuale) che il recupero di Balsignano è stato reso possibile soprattutto dal fatto che la nostra associazione ha assicurato per più di 30 anni un continuo impegno non solo di studio e documentazione, ma anche di sensibilizzazione e sollecitazione, intorno alle diverse problematiche poste dal complesso, nei confronti delle istituzioni comunali, provinciali e regionali. E, come si può intuire, le Amministrazioni passano, mentre una Fondazione, se ben organizzata, resta.

  2. Una Fondazione, che preveda al suo interno anche la presenza delle diverse Soprintendenze e di enti di governo sovracomunale, favorirebbe una gestione non municipalistica del complesso di Balsignano, che riveste un’importanza non certo meramente locale all’interno del patrimonio storico-artistico e monumentale della nostra regione.

  3. È fondamentale che, per la gestione e la valorizzazione del sito di Balsignano, si utilizzino al meglio la passione civile e le competenze culturali espresse in tanti anni dalle associazioni che se ne sono occupate e che si recuperi la complessa rete di rapporti già realizzati in questi decenni sia con i centri di ricerca sul Medioevo in Puglia e in Terra di Bari, sia con le associazioni impegnate anche nella ricostruzione e nella rievocazione documentata di eventi storici medievali: obiettivi, questi, che sarebbero in piena sintonia con lo spirito di una Fondazione.

Naturalmente, è prioritario che ogni gestione del prezioso complesso parta dal rispetto della vocazione storica e culturale di Balsignano, che, essendo un unicum nel suo genere, non ammette utilizzazioni arbitrarie e improvvisazioni dilettantesche. Su questo, come abbiamo sempre fatto nel passato, e per quanto le nostre energie ancora ce lo consentiranno, non mancheremo di vigilare

Consulta il libro “Balsignano, dal degrado al recupero” Raffaele Macina, Edizioni Nuovi Orientamenti, 2012 pp. 88

https://www.nuoviorientamenti.it/wp-content/uploads/2015/05/Balsignano.pdf