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25 novembre 1967

Delibera sul centro storico

Il Consiglio comunale di Modugno delibera, quasi all’unanimità, (24 consiglieri su 26 presenti) che «nessuna zona del centro storico… riveste interesse storico». Come dire: nel centro storico ogni intervento edilizio è lecito.

24 novembre 1911

Inaugurato l’acquedotto a Modugno

A Modugno viene inaugurato l’acquedotto. In Piazza Sedile si raccoglie praticamente tutto il paese e c’è un’esplosione di gioia quando il primo fiotto di acqua zampilla dalla fontana che sino a non molti anni fa era sull’angolo del marciapiede che svolta verso Piazza del Popolo.

18 novembre 1602

Nuovo debito contratto dall’Università di Modugno

Tramite regolare atto notarile, l’Università di Modugno contrae un nuovo debito di 4.000 ducati col quale far fronte alle sue disavventure finanziarie.

13 novembre 1622

Un fulmine precipita sulla Chiesa Matrice di Modugno

Un fulmine precipita sulla Chiesa Matrice di Modugno, uccise tre sacerdoti (Bernardino Corrado, Angelo Franco, Donato Crudele), colpisce e brucia l’asta di un antico crocifisso. In ricordo dell’evento si decide di dedicare al crocifisso la fiera che si svolgeva nella città sin dal XV secolo. Da quell’anno in poi si userà sempre la denominazione «Fiera del Crocifisso» per indicare la fiera annuale di Modugno.

13 novembre 1363

Modugno liberata dal servaggio feudale

Modugno, già feudo degli Orsini dal 1440, viene liberata dal servaggio feudale e dichiarata città regia per essersi schierata a favore di Ferdinando I d’Aragona nella congiura che nel 1461 i baroni avevano ordito contro il re Giovanni Antonio del Balzo Orsini, dal quale Modugno dipendeva da tredici anni era stato uno dei più importanti capi della congiura baronale intesa ad osteggiare la formazione di un forte potere regio centrale.

12 novembre 1581

Modugno perde momentaneamente la sua condizione di “città regia”

Modugno perde momentaneamente la sua condizione di città regia e viene venduta dal governo di Napoli come feudo per la somma di 40.000 ducati ad Ansaldo Grimaldi che, sebbene di origine genovese, occupava la carica di consigliere regio nella capitale. Lo stato di città regia era particolarmente importante perché prevedeva forme di autogoverno e minori imposizioni fiscali.

10 novembre 1920

Vito Romita pubblica due volantini

Vito Romita, già direttore dell’Annona, pubblica due volantini che presentano il resoconto del suo operato per rispondere a «quella gente spudorata che con vigliacca e bassa intenzione si permette di seminare fra la popolazione un cumulo di menzogne». Nei due volantini egli afferma di aver eliminato «il sistema dei Boni di favore» e di aver distribuito «Riso e zucchero… a tutta la popolazione mediante la tessera». La conclusione di un volantino merita di essere trascritto: «A tutta quella gentaglia che con tanta gratitudine mi ricompensa, giunga il mio saluto di …»

8 novembre 1463

Ferdinando I d’Aragona riconferma la Fiera di Modugno

Ferdinando I d’Aragona riconferma la Fiera di Modugno e il privilegio che tutto l’olio venduto durante il su svolgimento e trasportato «per qualunque luogo» sia esente da ogni gabella.

5 novembre 1530

Giunge a Modugno messer Ludovico Alifio

Giunge a Modugno messer Ludovico Alifio, governatore, in nome e per conto di Bona Sforza del ducato di Bari, Modugno e Palo del Colle. Il capitolo della Maggior Chiesa di Modugno per l’occasione gli offre «uno pare de Torzie di cera bianca de libre septe; Item tre scatuli de cupeta (dolci di pasta reale ndr); item mezza libra de zafferana, item uno pare de capuni e doe galline»

2 novembre 1346

Il più antico testamento ad aures

A questa data risale il più antico testamento ad aures di un modugnese, del quale, però, non si conoscono le generalità. Si tratta di un testamento speciale compilato non da un notaio ma semplicemente da un confessore il quale, chiamato al letto di un moribondo, ne raccoglieva durante la confessione le ultime volontà e, dopo il decesso del suo assistito, ne riferiva il testamento. Testamenti di questo genere saranno molto praticati in Modugno ed in tutta l’Italia meridionale sino al Settecento. Anche per evitare i rischi implicati in un testamento ad aures i nobili avevano una propria cappella ed un confessore di propria fiducia

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